La Chiesa in stile neobarocco, costruita per iniziativa dei Serviti tra il 1722 e il 1729, è stata definita dallo storico Giuseppe Martinola «la compendiosa immagine della virtù nell’arte della gente del luogo», poiché da un lato fu interamente opera di artisti locali e, dall'altro, la comunità mendrisiense si prodigò per raccogliere i fondi necessari, arrivando a lavorare anche di domenica.
A progettarla furono Giovan Pietro Magni di Castel San Pietro (navata) e Giuseppe Antonio Soratini (presbiterio, coro e sagrestia). I restauri eseguiti da Silvano Gilardi nel 1994, sotto la direzione dell’architetto Lino Caldelari, hanno ridato bellezza all’edificio.
All’interno, l’unica navata è sontuosamente ornata da stucchi risalenti agli anni 1724–27. I più validi, eseguiti da Antonio Catenazzi, incorniciano gli ovati sovrastanti le quattro porte con un’esuberante varietà di motivi che creano un fastoso complesso.
Un’altra opera di pregio si trova nella prima cappella a sinistra: la pala d’altare di Francesco Innocenzo Torriani, raffigurante la Madonna con il Bambino che appare ai Santi Rocco (a sinistra) e Sebastiano (a destra).
Nella volta della navata e nell’abside, Giovan Battista Bagutti ha affrescato nel 1774 quattro medaglie. I personaggi raffigurati esprimono sentimenti intensi con le loro pose eloquenti e sono monumentali grazie agli ampi panneggi; i colori sono graduati per suggerire l’ascesa ai cieli: più cupi nelle parti inferiori, più luminosi in quelle superiori.
Particolare attenzione merita il magnifico e antichissimo organo nel presbiterio, già appartenuto alla vecchia chiesa cinquecentesca, mentre in una nicchia del coro è visibile la statua della Madonna Addolorata che viene portata per le vie del Borgo nella storica processione del Venerdì Santo..