Arte e arti. Pittura, incisione e fotografia nell'Ottocento.
A cura di Matteo Binachi in collaborazione con Mariangela Argliati Ruggia ed Elisabetta Chiodini.
Quanto può influire un’invenzione tecnica sul modo in cui guardiamo il mondo? Cosa è accaduto alla pittura e alla scultura quando a metà Ottocento la fotografia arriva a sconvolgere il concetto stesso di arte, come da secoli lo si era pensato? Cosa ne è dell’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica, arrivata oggi alle estreme conseguenze, in un mondo in cui siamo sommersi dalle immagini?
La mostra propone un confronto serrato e stimolante tra fotografie, dipinti, incisioni, disegni, libri, permettendo di comprendere come quella di metà Ottocento fu una vera e propria rivoluzione nel modo di vedere la realtà e di diffondere conoscenze e informazioni da cui non ci sarebbe stato ritorno.
La mostra approfondisce esempi offerti da noti pittori ticinesi e italiani. Luigi Rossi ai primi del Novecento utilizza, ad esempio, la fotografia quale complemento ideale all’album di schizzi nella costruzione della posa, come avviene nei dipinti Primi raggi e Riposo. Così come Filippo Franzoni fa largo uso della nuova tecnica.
Giorni e orari di apertura:
- apr - giu ma-do 09.00 - 12.00 / 14.00 - 17.00
- lug - ago ma-do 14.00 - 18.00
- ott - gen ma-ve 09.00 - 12.00 / 14.00 - 18.00
sa, do e festivi 10.00 - 12.00 / 14.00 - 18.00
- Lunedì chiuso (tranne giorni festivi)
In catalogo saggi di Matteo Bianchi, curatore della mostra, Elisabetta Chiodini, studiosa dell’Ottocento italiano, e, sul versante francese, di Mélanie Lerat - conservatrice del Musée des Beaux-Arts d'Arras -, di Michel Melot - già conservatore del Cabinet des Estampes della Bibliothèque nationale di Parigi - e di Dominique Horbez, autore del volume D’Arras à Barbizon.
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo a cura di Antonio Gili, già direttore dell’Archivio storico della Città di Lugano, e con testi di Ivano Proserpi e Francesca Curti.